Certo Dicembre non è il miglior periodo per visitare
l'Irlanda, ma io amo i viaggi fuori stagione, immergermi nel clima vissuto
dalla popolazione locale lontano dalle resse turistiche.
Anche questa volta parto da solo, un amico mi raggiungerà a
Dublino al termine del mio giro per l'Irlanda.
In fase organizzativa devo subito escludere il completo giro
dell'isola, a causa del poco tempo a disposizione, appena una settimana. Le
tappe del mio tour saranno nell'ordine: Belfast, Londonderry, Sligo, Galway,
Kilkenny e Dublino.
Volo Ryanair Bergamo/Dublino (80 eur a/r incluso zaino
imbarcato in stiva). Da lunedì 8 dicembre (arrivo alle 12.00am) e ripartenza il
lunedì successivo 15 dicembre (partenza ore 6.30am)
Noleggio auto dall'Italia tramite sito www.enoleggioauto.it
(costo 90eur inclusa assicurazione che copre la franchigia). All'aeroporto
dovrò aggiungere 30 euro in quanto andrò anche in Irlanda del Nord. Richiederò
l'auto col pieno e la restituirò col pieno. Ho preso un auto diesel, ovviamente
conviene. Il costo del gasolio (e della benzina) è inferiore all'Italia.
Tramite i siti booking.com e hostelworld.com prenoto gli
ostelli per le prime notti e per le ultime due notti a Dublino.
8 DICEMBRE: Belfast
Atterro in orario all'aeroporto di Dublino, lo zaino esce
nel carrello dei bagagli ed è sempre una liberazione... da questo momento il
mio viaggio può cominciare! Vado a ritirare l'auto. Il servizio di noleggio,
prenotato dall'Italia, è fornito da Europcar. Lo sportello in aeroporto mi
rimanda al di fuori dove mi attende una navetta che mi porterà al parcheggio in
5 minuti. Mi viene consegnata una discreta Mitsubishi Lancer. Per me è la prima
esperienza di guida in un paese anglosassone... e un po di timore ovviamente
c'era. Tuttavia, dopo un breve impacciato inizio, acquisto subito sicurezza pur
mantenendo sempre, per tutto il viaggio, la dovuta prudenza. Ci sarà solo
un'occasione, in una piccola strada di paese, in cui un gentile irlandese mi
ricorderà a suon di clacson e lampi di abbagliante che stavo guidando nella
parte sbagliata... piccola distrazione!
La prima tappa è il sito di origine preistorica di Newgrange (Brù na Boinne), che si trova
sulla strada da Dublino a Belfast con una piccola deviazione a sinistra.
Essendo fuori stagione partecipo al tour guidato insieme a sole altre 3
persone! Questo mi permette di godere appieno di questa meraviglia, una
costruzione di circa 80 metri di diametro costruita a partire da circa 5000
mila anni fa da una piccola civiltà che si era stabilita in questa zona a
ridosso del fiume Boyne. All'interno di questa struttura si trovano delle tombe
a corridoio, ma la parte visitabile è la camera funeraria a cui si giunge dall'ingresso
camminando per circa 20 metri in un corridoio stretto e basso. La guida, con un
gioco di luci artificiali, ci mostra quello che succede puntualmente ogni anno
al sorgere del sole al solstizio d'inverno. Un sottile fascio di luce che
penetra da un'apertura sopra l'ingresso principale forma un disegno triangolare
che termina esattamente con il vertice in fondo alla grotta. Incredibile. La
possibilità di poter vedere dal vero questo fenomeno è riservato ad una
lotteria che si tiene fra quanti si iscriveranno ogni anno per questo
privilegio. Solo 50 persone possono partecipare (per via dell'esiguo spazio), e
nel 2014 ci sono state circa 30mila richieste! Poi naturalmente bisogna sperare
che ci sia il sole... e da queste parti non è per niente scontato!
Brù na Boynne |
Mi rimetto in auto che ormai il sole è tramontato. Belfast non è lontana, arrivo in circa
un'ora. L'ostello scelto dal sito hostelworld.com è il "Vagabond"
(costo 18 sterline) una bella camerata mista da credo 14 posti con bagno
interno. Ma stanotte saremo solo in quattro. L'ostello è molto carino, un
piccolo disimpegno con divano, libreria e chitarra, poi soggiorno con sala
pranzo e cucina. Doccia e poi via in giro per la città. Mi fermo subito al
"The Crown Bar", un bellissimo e antichissimo pub. All'ingresso
servono solo da bere, al piano di sopra invece servono anche da mangiare e
quindi faccio subito le scale. Ottimo l'hamburger e il sapore della mia prima
Guinness irlandese doc, davvero eccezionale. Bello anche sentirsi un "you
are very onest" quando alla cassa dico alla signora che le pinte sono due
e non una sola... Di li a poco sono in giro per la città, cartina in mano,
verso i pub indicati dalla guida Lonely Planet. Purtroppo uno non lo trovo e il
secondo è chiuso... E' un lunedì sera e si vede, non c'è molto movimento, mi
affido quindi all'istinto e camminando in una stradina del centro sento musica
dal vivo provenire da un pub, mi butto dentro e, un po stanco, ammazzo la
serata con una Guinness, con un bravo chitarrista che tiene compagnia ai pochi
avventori presenti. Rientrando in ostello incrocio uno, credo sui sessanta,
bassino, brizzolato. Abbigliamento mio (da leggere tipo "abbigliamento di
Filini" nel film di Fantozzi): jeans, maglietta, camicia, maglione,
piumino invernale, sciarpa, cappello, mani in tasca e maledizioni contro il
freddo. Abbigliamento del tipo incrociato: jeans, camicia a manica corta. Mentre
ci incrociamo mi guarda e mi dice "hello". O forse mi rutta. Credo
più la seconda. Ci sono momenti in cui capisci subito chi vince...
9 DICEMBRE:
Londonderry
Il risveglio avviene alle 8.00am, ma la luce fatica, ed il
cielo è coperto.
La colazione del "Vagabond", self service, è abbondante
e buona ed è sempre inclusa nel prezzo. Farò in tempo a parlare col mio inglese
un po scadente con Mike dall'Australia, che da lì proseguirà prima verso nord
per poi proseguire in Scozia il suo viaggio.
Butto lo zaino in macchina e faccio un giretto di nuovo per
la città che pian piano si avvia verso una normale giornata di dicembre, ma le
mie buone intenzioni sono quasi subito interrotte dalle prime gocce di pioggia
che mi colgono senza il mio kway. Mi avvio pertanto spedito verso la macchina
per evitare di restare inzuppato. Prima di lasciare Belfast però voglio vedere
i famosi murales di Falls Road, che ricordano i troubles e le lotte per i
diritti civili. E' come camminare dentro la storia di questa terra che ha visto
tante morti innocenti.
Lascio la città e mi dirigo verso le due maggiori attrattive
dell'Irlanda del Nord, il ponte di corda a Carrick e la Giant Causeway. Scelgo
di fare la strada interna passando da Antrim e non la strada costiera, ormai ho
capito che d'inverno a causa delle poche ore di luce devo guadagnare più tempo
possibile... Faccio una sosta a Ballycastle
dove vedo finalmente l'oceano e mi gusto un'ottima zuppa di pomodoro al porto.
A dieci minuti dal paese arrivo al Ponte
di corda di Carrick-a-Rede, un ponte che fu costruito dai pescatori di
salmoni e nel corso degli anni modificato per permettere il transito in piena
sicurezza. Son quasi le 2 del pomeriggio e, in questo periodo, l'ultimo accesso
al ponte è alle 15.30 (ticket 6 sterline). Il paesaggio che ho di fronte è
meraviglioso. Una camminata su un sentiero disegnato lungo la scogliera a picco
sul mare mi conduce in 10 minuti all'ingresso del ponte, dove c'è un
controllore adibito anche alla sicurezza. Sul ponte possono infatti transitare
al massimo 8 persone e immagino il casino durante l'estate... Oggi invece siamo
appena in tre. E' emozionante camminare sulle tavole sopra il mare con le onde
che si infrangono proprio sotto di me. Il ponte è molto stabile e conduce
all'isolotto che nell'ultimo tratto è chiuso per manutenzione. Il rientro verso
il parcheggio avviene sotto la pioggia che ha cominciato a battere forte, per
fortuna stavolta ho il kway con me e mi salvo da inzupparmi il giubbotto. La
prossima tappa è la famosa scogliera della Giant
Causeway, costituita da rocce basaltiche di forma esagonale originate da
un'antica eruzione vulcanica. Dal centro visitatori dove acquisto il biglietto
(8 sterline) si accede alla navetta che ci porta direttamente alla scogliera.
Diversamente si può anche andare a piedi per 10 minuti, ma il tempo e il buio
ormai quasi arrivato mi suggeriscono di prendere la navetta. In realtà a causa
della forte pioggia ero quasi scoraggiato ad uscire dalla mia auto e pensare di
tornare il giorno dopo, ma in pochi minuti il tempo è cambiato e ha smesso di
piovere. Lo scenario di fronte è incredibile, una scogliera sferzata dalle onde
invernali dell'oceano e da un fortissimo vento che ti impedisce di stare in
piedi. Devo muovermi molto lentamente per evitare di scivolare sulle lisce
rocce bagnate. Assisto a un vero e proprio spettacolo della natura e mi sento
un piccolo insignificante elemento.
Prendo l'ultima navetta (ore 16.30) e rientro al parcheggio.
Dopo un ora di viaggio arrivo a Londonderry
dove passerò la notte.
L'ostello prenotato dall'Italia è l'Hostel Connect, molto
centrale, a due passi dalle mura della città vecchia. La camerata da 4 letti è
tutta a mia disposizione (18 sterline). Il bagno fuori è ok. Il soggiorno
sembra buono, vedo un paio di ragazzi che giocano con la playstation... Il
gestore dell'ostello è gentilissimo e cartina alla mano mi spiega tutta la
città inclusi locali e ristoranti. Stasera c'è Juventus-Atletico Madrid quindi
gli chiedo dove sono i pub che trasmettono le partite. Lui me ne indica 5 o 6,
ma in generale tutti fanno vedere il calcio... Peccato che quando esco mi
accorgo che in ogni pub viene trasmesso solo il Liverpool e in qualche
sporadica tv anche l'Arsenal o il ManCity, ovviamente della Juve non c'è
traccia. Prima di arrendermi entro al Metro Bar, locale molto bello dentro le
mura e chiedo se è possibile dedicare una tv delle dieci (!!!) per la Juve. Il
ragazzo chiede al titolare e in 5 minuti vengo accontentato! Che bellezza...
Dopo circa quindici minuti vengo però coinvolto dai ragazzi del posto che mi
invitano al loro tavolo a bere una birra. Non posso rifiutare! E qui capisco
che non capisco nulla... A Derry parlano proprio un inglese molto
particolare... considerando il fatto che il mio livello d'inglese non è
eccezionale... la percentuale di comprensione si aggirava intorno al 30% e
avevo difficoltà a capire anche i nomi dei ragazzi... Ma la serata è molto
bella anche se son costretto a guardarmi il Liverpool... Al termine della
partita mi inviteranno a giocare a biliardo e infine in un altro locale dove si
balla e si canta al karaoke. Insomma Derry mi ha fatto un'ottima impressione,
una città piccola ma socievole e che si sa divertire.
10 DICEMBRE: Sligo
Veloce colazione in ostello e poi via alla scoperta del
Bogside, il quartiere dal quale partì, nel gennaio del 1972, la manifestazione per i diritti civili che portò
alla tristemente famosa "Sunday bloody Sunday" cantata dagli U2.
Erano i tempi bui dei "troubles" e l'esercito britannico fece di
tutto per far terminare questa pacifica manifestazione in una tragedia, uccidendo
13 persone. Le pareti delle case del Bogside
sono dipinte da murales che evocano non solo quella giornata ma altre scene di
quel triste periodo, come ad esempio la ragazzina 14enne che fu la centesima
vittima dei "troubles". L'emblema del quartiere resta comunque la
scritta sulla parete di una piccola casa in mezzo alla strada che recita
"you are now entering to free
Derry"
Naturalmente durante la mia camminata per il quartiere il
tempo non mi da pace... 10 minuti di pioggia battente seguito da 10 minuti di
sole e così via...
Lascio Derry e mi avvio alla scoperta della contea di Donegal. Punto verso l'alto in
direzione della cittadina di Dunfanaghy con l'intenzione di raggiungere il
promontorio di Horn Head. Quando
arrivo quassù assisto all'ennesimo spettacolo della forza della natura. Si
tratta di un balcone sull'oceano da una scogliera a picco sul mare. Il mare è
agitato sferzato dal fortissimo vento che fischia e le cui raffiche muovono
anche la mia auto. Non piove ma ancora per poco. Le nuvole stanno infatti
scaricando proprio sul mare di fronte a me e si avvicinano. Faccio in tempo a
salire in macchina prima di essere totalmente lavato! La giornata resterà
sempre molto nuvolosa, il Donegal si presenta nei suoi colori di fine autunno
con il color bruno delle piante che vincono sul verde dei prati. I paesi che
attraverso sono meravigliosi, le vie principali presentano sempre i negozi di
legno colorato. Mi fermo in uno di questi per un caffè, che cercherò di pagare
in sterline scordandomi di essere di nuovo nella Repubblica d'Irlanda! Vorrei
fermarmi di più, ma ormai so che se voglio vedere la prossima attrattiva con un
po di luce devo sbrigarmi. Si tratta delle scogliere delle Slieve League, che pare siano tra le più alte d'Europa a picco sul
mare. Raggiungerle non è immediato, arriverò solo alle 16.30 quando ormai è
quasi buio. Anche qui il vento è pazzesco, devo andare lentissimo con la macchina
che è continuamente colpita dalle raffiche in una strada strettissima! Arrivo
in cima in solitaria ovviamente, giusto per affacciarmi cinque minuti
sull'imponente gola dove le onde del mare agitato si frantumano sulle rocce
lasciando il bianco della schiuma. L'oceano di fronte è immenso, guardo in
lontananza, il sole è ormai tramontato da un pezzo e vedo solo cielo libero,
nuvole gonfie di pioggia, acqua e terra. E sento il rumore fragoroso delle
onde. E il rumore del vento. Ancora una
volta mi sento piccolo, molto piccolo di fronte alla potenza della natura.
Riparto verso sud, lascio il Donegal e arriverò a Sligo in serata.
L'ostello che mi ospita è il Railway Hostel (20 euro). Si
tratta praticamente di una casa dove all'ultimo piano vive il padrone, sig.
Paddy, e i primi due piani sono adibiti ad ostello. Piove anche stasera, a
sprazzi naturalmente, e in giro per la città c'è una festa... natalizia! Un
gruppo di 20-30 giovani vestiti con abiti natalizi si aggirano divertendosi di
bar in bar. Io mi appoggio in un piccolo ma caratteristico pub del centro. A
parte i ragazzini che fanno casino il resto è calma piatta e dopo un paio di
ottime guinness rientro in ostello.
11 DICEMBRE: Galway
Oggi proseguirò verso sud
attraverso le contee di Sligo e Mayo, fino al Connemara e giungere in serata a
Galway. Anche oggi il tempo non è dei migliori, nuvolo e sprazzi di pioggia mi
faranno compagnia per tutta la giornata. La prima destinazione che ho in mente
è Achill Island, l'isola più grande
dell'Irlanda occidentale unita alla terraferma da un piccolo ponte. Prima di
arrivare faccio una sosta a Newport,
piccolo centro della contea di Mayo.
Il tanto di assaporare un caldo caffè americano in uno di quei bar di paese dai
quali non vorresti mai andar via per l'atmosfera di tranquillità garantita
dalle luci soffuse e dalla musica a basso volume. Se poi ci aggiungi il brutto
tempo di fuori.... Ma l'idea di raggiungere l'isola è troppo forte, quindi
saluto e mi incammino. Ci vorrà quasi un'ora per raggiungere questa piccola
isola battuta dall'oceano aperto. Diverse sono le spiagge che diventano enormi
per la presenza della bassa marea, con le onde che si infrangono lontanissime.
Arrivo al piccolo paesino di Keel e
mi affaccio all'omonima spiaggia. Sotto la pioggia e con poca luce il paesaggio
si manifesta in tutta la sua naturalezza. Vorrei trattenermi e spingermi verso
la punta, ma ho ancora tanta strada da fare per arrivare a Galway. Mi rimetto
in cammino e arrivo alla città di Westport,
attraversata dal fiume Carrowbeg. Vale la pena fare due passi a piedi in questo
piccolo borgo della contea di Mayo. Ancora più a sud entro nel territorio del Connemara, i cui colori di tardo
autunno la fanno da padrone. Il
paesaggio è selvaggio, sono circondato da piccoli laghi e piccole montagne
avvolte dalle nubi. Seguo una piccola deviazione che mi porta a Cleggan, un minuscolo villaggio di pescatori,
con un porticciolo che da sulla baia. L'oscurità è quasi giunta, sono circa le
17pm, vedo una piccola barca con la luce di bordo che naviga nella baia verso
il largo. Chissà dove va. Lascio Cleggan e dopo circa 20 minuti mi fermo a Clifden, altro paesino della contea di
Galway. Entro in un negozio alla ricerca della bandierina dell'Irlanda da
attaccare allo zaino. La signora non perde tempo a chiedermi informazioni, di
dove sono, ma soprattutto mi chiede il perchè... come mai sono in Irlanda a
dicembre? Non so se capisce le mie motivazioni, ma mi dice che devo
assolutamente tornare a maggio o settembre, quando la regione si mostra in
tutta la sua bellezza. Credo proprio che lo farò insomma. Entro nel solito,
accogliente bar per il mio caffè americano e seduto al mio tavolo prenoto il
mio prossimo ostello a Galway. Trovo
il Kinley House (15 euro), ostello centrale con ottimi giudizi. Naturalmente
devo abbandonare l'idea iniziale di percorrere la strada costiera che doveva
essere meravigliosa. Ormai è buio pesto e sarebbe inutile.
Alla reception la ragazza
dell'ostello mi da tutte le indicazioni necessarie e soprattutto mi aiuta con
il parcheggio dell'auto che a Galway, almeno in questa zona molto centrale,
risulta carissimo (2 euro l'ora). Mi indica le zone delle strade adiacenti dove
posso lasciare l'auto di notte gratis fino alle 8.30. L'ostello è forse il più
bello di tutti quelli in cui son stato in Irlanda. Molto pulito, bagni molto
grandi e puliti. Le camere spaziose. La saletta con divani, libri, internet,
giochi, chitarra e altro è accogliente, colorata e con musica anche tardi, ad
un volume decente senza dar fastidio alla zona notte. Davvero bello. Mollo
tutto in camera, metto nella gabbia con lucchetto la mia fotocamera ed esco
ovviamente col kway, perchè naturalmente piove... Galway è bellissima. Dopo
aver mangiato un hamburger volante mi butto subito in un pub che suona musica
irlandese dal vivo (Tig Coili).
L'atmosfera è speciale, qualcosa che non ho mai visto prima. In un'angolino ci
sono quattro o cinque irlandesi che suonano chitarra, fisarmonica, banjo,
mandolino, flauto. Il tutto nel fragore degli avventori che bevono e
chiacchierano ad alta voce. L'apoteosi arriva quando un personaggio sale su una
sedia e canta una canzone tipica irlandese. Tutto il locale canta con lui e la
festa è servita. Meraviglioso. Poi lascio il locale attraverso la strada ed
entro in un altro. Anche qua il divertimento impazza. Ci sono 3 chitarristi che
suonano musica dal vivo e il locale è strapieno, faccio fatica a trovare un
posto in piedi appoggiato al muro. I ragazzi cantano, ballano, chiacchierano,
bevono, gente di tutte le età. Vestiti in qualsiasi modo, nessuno si formalizza
come avviene da noi in Italia. Spopolano naturalmente quelli "addobbati"
con maglioni rossi natalizi, con babbinatale e renne, alcuni maglioni con le
luminarie, ma anche ragazzi in tuta. Insomma si divertono e basta. Galway è una
città vivissima, resterà la più divertente, insieme a Dublino.
12 DICEMBRE: Kilkenny
La colazione del Kilney è
perfetta, trovo di tutto ed è molto buona. Faccio un giretto di un ora circa in
città, ritrovo i locali della sera prima in fase di pulizia per prepararli alla
nuova serata che arriva. Fa freddo e alcuni passaggi sono anche ghiacciati.
Molto bella la zona lungo il fiume Corrib, in alcuni punti mi ricorda i navigli
di Milano. Finalmente la giornata si presenta limpida! Riparto quindi di buona
lena, è bello vedere un po di sole che scalda. Lascio la contea di Galway ed entro nella contea di Clare. Sarà l'effetto della luce e del sole, ma questa
contea è proprio bella. Verdi colline e i famosi muretti si stagliano anche in
lontananza. Oggi è un piacere guidare. La mia prima destinazione sono le famose
Cliffs of Moher, caratteristiche
scogliere a picco sull'oceano. Evito di fermarmi nei paesini per la paura che
il sole mi abbandoni! Almeno queste voglio vederle senza pioggia! Inutile dire
che nel frattempo, strada facendo, il sole sparisce, arriva qualche goccia, poi
salendo in collina mi becco anche una grandinata e la temperatura scende fino a
2 gradi... ma non perdo la fiducia perchè laggiù, dove mi sto dirigendo il sole
sembra splendere... E la fortuna stavolta mi premia e mi regala una splendida
ora di passeggiata lungo le Cliffs of Moher (ticket 6 euro). Il parcheggio dove
lascio la macchina è enorme, segno che d'estate deve essere una bolgia... Le
scogliere si sviluppano ad arco e la visita parte da metà quindi si può
decidere di andare prima a destra o a sinistra. Io mi dirigo a destra verso la
torre O'Brien seguendo le larghe scaline. Dalla torre la vista è su tutte le
scogliere meridionali ed è talmente alto che il rumore delle onde che sbattono
la sotto fa fatica ad arrivare alle mie orecchie, disperso anche dal vento. Ma
la parte della scogliera che apprezzo di più è quella sinistra. il sentiero
inizialmente protetto si inerpica sull'altipiano sino a un punto in cui termina
la protezione e ci sono dei tratti totalmente aperti a strapiombo giù per 200
metri. E' molto emozionante ma anche pericoloso, chissà come sarà d'estate con
la marea di gente. Sicuramente con il vento fortissimo, che oggi non c'è,
diventa davvero rischioso esporsi in un cammino lungo il margine... Da questa
parte si vede la torre che diventa minuscola. Ammiro anche le isole Araan di fronte a me. Il panorama
è fantastico e mi sento fortunato ad essere stato graziato almeno oggi dal
maltempo! Lascio le Cliffs e riparto con
l'altra destinazione della giornata, cioè la penisola di Loop Head più a sud lunga la costa. Il cielo sereno o poco nuvoloso
lascia che il sole splenda sull'oceano alla mia destra e i raggi rendono il
verde a sinistra più acceso. Questa è l'Irlanda che immaginavo... La penisola è
molto lunga ed è piacevole guidare sulle strade strette, dove incontro
pochissime macchine. Quando arrivo finalmente a destinazione mi trovo di fronte
l'enorme faro bianco, che purtroppo però è chiuso. Lo aggiro comunque sul
versante destro dove c'è un sentiero sulla torba verde che porta in basso fino
alla punta. Anche qui l'oceano sbatte sulle alte scogliere popolate da
gabbiani. Il sole è tramontato ma c'è ancora luce. Mi trovo da solo quaggiù a
qualche chilometro dal primo insediamento. In lontananza nuvoloni sulle terre
più a sud scaricano abbondante acqua. Oggi non è il mio turno!
E' ora di muovermi, mi rimetto in
auto e col navigatore punto la mia prossima destinazione, Kilkenny, e con
sorpresa mi accorgo che è lontanissimo! Duecento chilometri e più di tre ore di
distanza. Non avevo fatto bene i conti, pensavo sinceramente di essere più
vicino. Mi avvio comunque, ripercorrendo a ritroso la penisola di Loop Head e
attraverso le città di Ennis e Limerick. Nel frattempo mi fermo per prenotare
il mio ostello di Kilkenny, trovo il
MacGabhainns (21 euro), centrale e con posto auto in strada. Durante il viaggio
la pioggia viene di nuovo a trovarmi, in certi tratti anche grandine, ma ormai
ci sono abituato. In ostello lo staff mi spiega i dettagli dell'ostello. In
camera trovo un ragazzo canadese, a letto, anche se sono le 8 di sera... Il tanto
di una doccia ed esco all'aria aperta, alla ricerca di un pub per una birra. Ce
ne sono diversi ma la città mi sembra un po spenta. Poca gente in giro e poca
anche nei locali. In più sono provato dal viaggio, quindi stanotte non tardo a
buttarmi a letto... intanto l'amico canadese lo trovo dove l'ho lasciato sempre
sveglio che gioca con il tablet... mah! Durante la notte arrivano altri due in
camera, chissà da dove...
13 DICEMBRE: Dublino
Son pronto per uscire alle 8.30
di mattina, la cucina dell'ostello è ancora chiusa quindi farò colazione fuori.
Anche oggi mi sveglio col sole ed è l'ideale per fare una passeggiata in una
Kilkenny che comincia a svegliarsi. Lascio la città e punto a nord verso
Dublino. Finalmente una bella superstrada da percorrere liberamente e sotto il
sole. Ampi spazi si aprano davanti e ai lati attraverso la contea di Kilkenny.
L'ostello di Dublino prenotato
dall'Italia è l'Isaac Hostel (15 euro a notte), a pochi passi da O'Connel Street.
Prima però mi dirigo al centro Europcar per la consegna della macchina. Tutto è
andato per il meglio, felice di aver provato l'emozione della guida
all'inglese, ho fatto cadere anche questo tabù, mi sentirò libero di noleggiare
auto in futuro in questa terra. Zaino in spalla mi avvio all'ostello dove nel
frattempo mi ha raggiunto il mio amico Luca da Milano con cui passerò il
weekend dublinese. Assolte le formalità dell'ostello, ci sistemiamo in una
camerata da 8 letti totalmente completa. L'ostello è molto bello, sia fuori che
dentro, all'ingresso ci sono diversi tavoli pieni di gente. Ci buttiamo subito
alla scoperta della città, su O'Connell Street raggiungiamo l'altissimo obelisco
a punta, in acciaio. Le strade sono assalite da dublinesi alla ricerca dei
regali di Natale, e qualche turista come noi. Molti volontari si adoperano per
richiedere soldi per i più poveri, con secchi alla mano per raccogliere le
offerte, e spesso con canti e cori improvvisati di natale lungo la strada.
Andiamo in avanscoperta e ci dirigiamo verso Temple Bar per mangiare qualcosa e troviamo il Quays dove
assaporiamo un hamburger e un fish&chips con le prime due pinte di Guinness
dublinesi. Il primo pub dove entriamo invece, dopo pranzo, e da cui non
vorremmo mai più uscire è lo Stag's Head, sono appena le 16 ed è già pieno di
gente. Troviamo un tavolino libero e subito le ordiniamo le nostre due pinte (5
euro l'una). La Guinness a Dublino è sicuramente la più cara, generalmente
intorno ai 5 euro ma arriva a 6 euro nel pub Temple Bar. Nel quartiere popolare
Liberty però la troveremo a 4.30 euro. Allo Stag's Head facciamo conversazione
con una signora sulla sessantina venuta con le sue amiche a farsi la solita
birra. Entusiasta dell'Italia, io le dico che sono entusiasta di Dublino,
l'amica ha insegnato italiano a Pistoia. Ma ora dobbiamo andare, lasciamo alle
signore il nostro tavolo, e la signora mi dice che parlo molto bene l'inglese.
Io dico che ci stava a provà... Il clima di festa comincia a sentirsi, o forse
è semplicemente la vita quotidiana. Le strade sono piene di gente e i locali
pure. Seguendo i suggerimenti della Lonely planet cerchiamo il "No name
bar" ma non lo troviamo... troviamo invece un altro pub, antico, ma anche
se bello e pieno di gente c'è un odore di.... insomma c'è puzza quindi l'idea
di stare la dentro ci passa subito. Ci dirigiamo quindi al Kehoe, pub su due
piani. Fantastico. Al piano terra un lungo bancone, invaso dalla gente e dalle
pinte. Troviamo solo uno spazietto, attaccati al muro con una tavola di legno
dove appoggiare i nostri bicchieri. Saliamo sopra e stesso discorso, forse
anche peggio, con una sala dove a fatica si capisce che ci son dei tavoli, ogni
metro quadro è occupato da gente che chiacchiera e beve la sua birra,
nell'altra sala c'è un altro bancone ed è qua che ci fermiamo, sempre in posizione
precaria. Capita spesso di sorseggiare una birra con le spalle appoggiate alle
spalle di un'altro. Rientriamo in ostello per lasciare la mia macchina
fotografica, che verrà presa in custodia gratuitamente in portineria. Ceniamo
del pollo fritto a un fast food e ci ributtiamo in centro. Inutile dire che i
locali sono ancora più colmi di prima e facciamo ancora più fatica a trovare
posto, naturalmente in piedi. In tutti i locali suonano musica dal vivo...
chiudiamo la serata al Quays il pub dove avevamo pranzato, che sembra essere il
più vivo anche per via dell'ottima live music a cura di due ottimi chitarristi
e cantanti. Trovi gente che balla e canta anche fuori dai locali grazie ai
cantanti di strada davvero molto bravi e coinvolgenti.
14 DICEMBRE: Dublino
Usciamo dall'ostello dopo una
colazione non troppo soddisfacente, con l'idea di camminare per Dublino
avvicinandoci alla fabbrica della Guinness. Dopo un po ci fermiamo in un bar
per una bevanda calda e studiare il percorso. Sulla via per la fabbrica c'è la
cattedrale di S.Patrick, quindi ci dirigiamo da quelle parti, giusto per
vederla. Li vicino c'è un negozio che vende un po di tutto, ha l'insegna blu e
si chiama Bohemia. Mi piace e gli scatto una foto. Mi giro e faccio per
proseguire, quando sento una voce che sembra richiamare la mia attenzione. E'
una signora, mi giro e vedo che dal negozio viene verso di me. Io, tra me e me,
penso che voglia soldi o spiegazioni sulla foto che ho scattato. "Mi fai
vedere la foto che hai scattato?" mi dice... Io gliela faccio vedere, lei
sorride e mi dice che è bellissima e se per favore gliela posso spedire.
Sorrido anche io e le dico che sì, certo, di darmi l'indirizzo email. Ma lei
dice che non ha la mail, di spedirgliela per posta e mi da l'indirizzo. Mi dice
anche che tutte le persone promettono sempre che invieranno la foto, ma poi non
lo fanno mai. Io le prometto invece che lo farò e la saluto ringraziandola. Già
perchè sono queste cose che valgono il viaggio. Una piccola cosa che può
sembrare insignificante ma che invece rappresenta un contatto umano, una sorta
di legame che alla fine resterà tra me e una città lontana. All'interno di un
piccolo negozio senza pretese, in un quartiere popolare di Dublino, ci sarà una
mia foto, appesa in un suo muro.
La nostra camminata, procede
stancamente e termina da li a poco in un pub, alla ricerca di un boccone. Qua
però non fanno da mangiare, ma l'atmosfera ci afferra subito, ci guardiamo in
faccia e ci capiamo al volo... una birra e poi via. E' l'una e mezza del
pomeriggio, le tv trasmettono corse di cavalli e calcio. Ci sono scommettitori,
tifosi e una coppia di sessantenni. La mia curiosità cade proprio su questi
ultimi: credo non si siano scambiati neanche una parola, lui guarda la tv e
sorseggia una pinta di birra chiara, lei legge un giornale e sorseggia una
pinta di birra chiara. Terminate quelle ne chiederanno altre. E la domenica
pomeriggio passa così. Poi c'è "lo studioso", un tipo solitario in un
angolo che sorseggia una pinta di birra chiara mentre legge un giornale con le
notizie sui cavalli. Sicuramente scommette, ma in silenzio. Diversamente invece
dal "mezzoitaliano", un simpaticone che subito familiarizza con noi.
Esulta quando uno dei suoi cavalli si piazza e impreca quando invece perde. Ci
dice che sua moglie è italiana e sa qualche parola. E' simpatico. Nel frattempo
noi siamo già alla nostra seconda guinness (come anche i sessantenni del
resto), ma decidiamo di guardarci almeno il primo tempo di Manchester United -
Liverpool appena iniziata. E' uno spasso vedere i ragazzi tifare e imprecare...
Al termine del primo tempo quindi decidiamo di andar via, intanto per mangiare
un boccone ma soprattutto per andare alla fabbrica della Guinness. Chiediamo al
"mezzoitaliano" se ci vuole molto per arrivare, ma ecco che il nostro
amico su dieci parole che dice sei di esse sono "bullshits". Insomma
in poche parole ci smonta la visita, dicendo che non ne vale la pena, che 18
euro sono troppi, che è meglio bersi la birra con quei soldi eccetera. E' molto
convincente e alla fine accettiamo il suo consiglio col sorriso sulle labbra e
con i soldi risparmiati andiamo a pranzare in un pub li vicino. Anche questo
pub è meraviglioso. La zona dove si mangia è in una parte a se stante in alto
con vista sul pub dove la gente guarda le tv, beve birra e chiacchiera. Finito
di mangiare andiamo nell'altra ala del pub dove un gruppo di amici suonano e
cantano canzoni popolari irlandesi tra cui "The auld triangle" che
avevo già ascoltato a Galway. Ci sediamo ad ascoltarli. A turno ciascuno di
loro prende iniziativa e parte con un motivo tradizionale. Quando lasciamo il
pub fuori è ormai buio, decidiamo comunque di andare a vedere almeno l'esterno
della fabbrica della Guinness.
La domenica sera dublinese per le
strade e per i locali è leggermente meno caotica della sera prima. Stavolta ci
sistemiamo in un pub abbastanza comodo, seduti ad ascoltare un giovane cantante
a cui segue un altro. Ma dopo un po notiamo che il locale non
"decolla" quindi cambiamo aria e torniamo prima al Quays poi al
Temple Bar dove invece l'atmosfera è più calda e chiassosa ma senza soffocare
come ieri e l'occasione è buona anche per fare qualche chiacchiera con la gente
del posto.
L'ultimo servizio, ottimo,
dell'ostello Isaac è la navetta che ci porta direttamente in aeroporto alle 4.30
della mattina (volo alle 6.30) al costo di 7 euro a testa. Il tragitto dura
appena 15 minuti, anche perchè non c'è traffico.
Conclusa un'altra meravigliosa
esperienza. Le cose più belle come al solito me le ha date la natura, che
soprattutto in questa stagione è al massimo della sua potenza. Porterò con me i
piccoli paesi e soprattutto i pub e la loro atmosfera. La gente irlandese, le
loro abitudini e la loro voglia di divertirsi. Sicuramente però è una terra che
va vista anche d'estate, forse ancora meglio in tarda primavera, se non altro
per godere di molte più ore di luce, vedere più posti e con più calma, con
l'inconveniente, però, del maggior flusso turistico.